2Sam 5,1-7.10
Mc 3, 22-30

Raccogliamo davanti al Signore della vita, davanti a Colui che è stato luce al suo cammino, l’esistenza credente e sacerdotale di d. Dante. Un’esistenza battesimale, cioè pasquale. Ed è alla luce di quello che lo ha segnato (il rinascere in Gesù morto e risorto) che trova il suo significato la morte. Infatti in ciò che è all’inizio della nostra esistenza è già anticipato l’esito del nostro vivere: noi siamo inseriti in modo definitivo nella sua resurrezione.
Ed è bello pensare che la novità pasquale sia già all’opera e che i frutti noi li possiamo intravvedere in ogni battezzato: i segni del Regno di Dio che c’è già e verso il quale siamo incamminati.
La liturgia della Parola di questo giorno ci invita a leggere l’esistenza battesimale e sacerdotale di d. Dante come una esegesi di queste pagine della Scrittura: come ha reso viva questa Parola? Come l’ha confermata nella sua verità?
Nella prima lettura, tratta dal secondo libro di Samuele, alla morte del re Saul, le tribù di Israele (rappresentate dai loro anziani) vanno da Davide chiedendogli di guidarli, stipulando con lui un’alleanza.
Non ho avuto modo di conoscere d. Dante, se non in alcuni incontri al Cerati, ma dalle richieste ricevute da parte delle comunità dove è stato di poter dare buona testimonianza di lui, possiamo dire che è stato un uomo e un sacerdote di alleanze. Davanti al Signore, che è sempre stato la sorgente del suo agire e del suo amore, ha concluso alleanze con il popolo che gli era affidato. Penso in particolare con le due comunità di Ponte dell’Olio e Bardi. L’alleanza prevede un rapporto di stima e di fedeltà reciproche. Fa crescere la sicurezza della fedeltà dell’altro alla tua vicenda. Un sacerdote me l’ha descritto come una persona trasparente, coerente, aggiungendo: “l’amico ideale”. Cioè la persona di cui ti puoi fidare. Su cui puoi contare.
Il tema dell’alleanza attraversa l’AT fin dalla Genesi, passando per l’Esodo e nelle profezie, Ma sarà Gesù l’uomo dell’Alleanza nuova e definitiva. Don Dante ha celebrato, con cura ed amore, la liturgia (in particolare quella eucaristica) con la consapevolezza che lì si concentrava il cuore della fede di un cristiano e la sorgente di ogni relazione pastorale autentica, radicata in Gesù: precisamente nel Suo sangue versato per l’eterna alleanza. L’alleanza con le sue comunità l’ha stipulata nel Signore, nella Sua vita donata, ogni giorno celebrando l’Eucaristia.
Nel Vangelo, nella discussione tra Gesù e gli scribi, che mette in luce la loro chiusura pretestuosa, Gesù ci consegna un tratto che in lui e nei suoi discepoli rivela l’autenticità della provenienza da Dio. Come si può riconoscere che qualcuno viene da Dio? Gesù ricorda che ciò che è diviso e ciò che è divisivo, non viene da Dio ed è destinato a crollare. Non sta in piedi.
Anche in questo aspetto possiamo riconoscere una caratteristica di d. Dante. Sostenuto certamente dalla spiritualità del movimento dei focolari, d. Dante si è pensato nell’orizzonte dell’unità, della comunione data e da costruire nelle relazioni quotidiane, nella relazione ecclesiale diocesana e presbiterale. E mi verrebbe da dire che l’unità prima l’ha cercata in sé stesso, un’unità interiore, alimentata dall’amore per il Signore, nel quale riponeva la sua fiducia e la sua speranza.
Anche in questo è per noi un esempio, perché prima di ogni cosa cerchiamo di non lasciarci dividere, di non lasciarci tirare da ogni parte. Nelle tante cose da fare c’è bisogno di un cuore radicato e unificato, nel quale ogni gesto di amore, ogni donarsi trovi la sua sorgente e sua verifica.
In questo momento vogliamo testimoniare davanti al Signore tutto l’impegno di d. Dante nel costruire unità che, in questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ci ricorda essere il segno principale del Regno di Dio e dell’opera di Cristo in noi.
Il Dio della misericordia accolga ora d. Dante come suo servo fedele e lo faccia sedere al banchetto del suo Regno. Interceda, nel giorno della sua memoria liturgica, s. Francesco di Sales, un pastore che ha saputo radicarsi nel Signore, diventando nel suo ministero segno trasparente del volto di Gesù Buon Pastore.

Fiorenzuola, 24 gennaio 2022