MESSAGGIO AUGURALE DEL VESCOVO PER LA S. PASQUA 2012

Oggi si sta diffondendo la paura. Una paura che, in molti casi, ha un volto indistinto, mentre in altri casi ha il volto della malattia, della perdita del lavoro, della povertà, della sfiducia, della mancanza di prospettive. Questo è ciò che ritorna con più insistenza nelle nostre conversazioni, segno che è ben presente anche nel nostro cuore. Impressiona il clima di smarrimento e di incertezza, anche in persone abituate ad affrontare situazioni difficili.

Proprio a questo nostro contesto sfiduciato e al nostro animo smarrito è rivolto l’annuncio della Pasqua di risurrezione: la speranza è possibile. Nel dramma della passione di un innocente condannato a morte, e alla morte di croce, ci è data la possibilità di scorgere la luce. Il tunnel buio della morte è stata attraversato: Gesù di Nazaret è risorto dai morti e ci assicura che la morte è stata vinta, che la porta della vita è aperta anche per noi. La sorgente della speranza è in quel volto, in quel cuore: colui che è stato crocifisso è risorto. Scandalo e follia, ieri e oggi. Non importa. Non importa neppure la paura che ci abita.

Anche i primi testimoni della risurrezione erano pieni di paura di fronte a quel fatto inaudito e di fronte a quell’annuncio sorprendente. Ma hanno accolto l’interrogativo: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Ciò che appare impossibile, avviene. E avviene davanti ad occhi stupefatti e a cuori increduli, di ieri e di oggi. Colui che ha dato se stesso per noi, è risorto ed è vivo per accompagnarci sulle strade della vita. Camminando con noi, Cristo risorto ci fa partecipi della sua risurrezione. Illumina le zone d’ombra della nostra vita e infonde la speranza nel nostro cuore, ci assicura che Dio ha cura di noi come ha avuto cura di lui, non abbandonandolo nell’oscurità del sepolcro. Con Cristo risorto è data a noi la possibilità di riprendere il cammino, di far valere il bene, di crescere in umanità, di guardare avanti, anche se sono grandi le difficoltà da superare, anche se possono essere molte le sconfitte e pesanti le oscurità. Ma quell’interrogativo, prima o poi, deve arrivare al cuore di tutti. Ci interpella seriamente: “perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Ci sono in noi esigenze ed aspirazioni spirituali che richiedono una risposta, altrimenti emerge solo il grande vuoto interiore. La povertà spirituale è troppo grande, ed è causa di spaesamento: che direzione imprimere alla nostra vita? L’eclisse dell’etica sta oscurando il senso della vita e crea guasti profondi, a ogni livello, personale e comunitario.

Sì, anche noi abbiamo cercato tra i morti, quando le nostre più profonde aspirazioni hanno ceduto il passo a piccoli interessi e a piaceri inconsistenti, quando abbiamo svuotato del suo senso l’esperienza dell’amore o quando abbiamo accettato le logiche del successo a qualsiasi costo. Lì, tra i morti, la speranza svanisce e la luce scompare. Siamo invitati a lasciare da parte le strade dell’effimero, del superfluo, dell’apparenza, del “mordi e fuggi”. Siamo chiamati ad una conversione di mentalità e di stili di vita. La Pasqua di risurrezione ci offre la grazia di riconoscere ciò che conta, ciò che è essenziale: l’amore di Dio è più forte di tutti i segni di male, di corruzione e di degrado. Il Cristo risorto ci dona la forza di risorgere a vita nuova, una vita che non è più a nostro uso e consumo, ma è illuminata dall’amore, è dedicata ai fratelli, è riconciliata con noi stessi e con gli altri. Cristo risusciti nei nostri cuori, nelle nostre case e nella nostra realtà sociale e culturale: è l’augurio che rivolgo a tutti, è la bella notizia che comunico a tutti con la speranza e la luce di Cristo vivente. Buona Pasqua.

+ Gianni Ambrosio, vescovo