Nella nostra cattedrale, quando vi è stata la lectio sulla benevolenza, è risuonato l’annuncio gioioso di san Paolo nella Lettera a Tito: “È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” (2,11). È lo stesso annuncio che verrà proclamato nelle nostre parrocchie e nelle parrocchie sparse nel mondo durante la celebrazione eucaristica nella santa notte di Natale. Il manifestarsi della grazia di Dio – della sua benevolenza e bontà – è il grande mistero che celebriamo a Natale: la buona notizia della nascita di Gesù è l’annuncio più atteso e più luminoso della storia dell’umanità.
Quella misteriosa letizia che coinvolse Maria, Giuseppe e i pastori coinvolga anche noi.
Quell’intima gioia che traspare dal racconto evangelico si diffonda nei nostri cuori e ci inserisca nell’atmosfera della grazia e della benevolenza di Dio.

È l’augurio che ci scambiamo tra fratelli nella fede, è l’augurio che rivolgiamo a tutti perché quella grazia di Dio che appare porti la salvezza a tutti gli uomini. Il mistero natalizio raggiunga e coinvolga tutti e nelle nostre case scenda la grande benedizione di cui tutti abbiamo bisogno.
Vorrei portare di persona l’annuncio della benevolenza di Dio bussando alla porta delle vostre case e dei vostri cuori. Penso in particolare ad alcune situazioni per immedesimarmi meglio ed introdurmi nel vissuto di ogni famiglia. Mi piacerebbe essere ospite nelle case delle giovani coppie: insieme potremo comprendere meglio la tenerezza dell’amore di Dio e la bellezza e la grandezza dell’amore coniugale. Nella benedizione biblica vi è questa felice invocazione: “il Signore faccia risplendere per te il suo volto, rivolga a te il suo volto” (Numeri 6, 25).

Questa illuminazione del volto di Dio che trasmette un po’ della sua luce al nostro volto traspare in modo del tutto particolare negli sposi. Se poi la casa è piena di gioia per il bimbo atteso o già venuto alla luce, allora l’emozione della vita nuova si unisce allo stupore del mistero di vita che celebriamo.
Quanto vorrei poi essere ospite nelle case rimaste troppo vuote perché la famiglia si è un po’ dispersa: vorrei suggerire parole di perdono e di fiducia. Vorrei anche essere ospitato nelle case dei giovani che convivono per ascoltare la loro esperienza e le loro difficoltà nel trovare la motivazione per la scelta impegnativa.
Mi porrei al loro fianco per capire e anche per suggerire di non arrendersi di fronte agli ostacoli e di trovare un po’ di coraggio dentro di sé e nel Signore: in fondo la vita si misura più da quello che si ha che non da ciò che ci manca.
Vorrei essere ospite nelle case segnate dalla sofferenza per la partenza di una persona cara o per una malattia o per la difficoltà di tirare avanti: non so se troverei le parole più adatte, ma sono certo che un abbraccio fraterno esprimerà tutta la vicinanza, la condivisione, la solidarietà.

Nella case degli anziani entrerei per dire a ciascuno che la carezza di Dio è aiuto e consolazione nella solitudine e nella prova. Ma vorrei anche esprimere il desiderio di poter essere ospite nelle case dei parroci sparsi nelle molte parrocchie della nostra vasta diocesi come pure nelle nostre missioni in Brasile o altrove: di cuore li ringrazierei ancora una volta e ancora una volta li incoraggerei, pregando insieme con loro perché non venga a mancare la passione di annunciare la grazia di Dio che è apparsa.
Non dimentico coloro che non hanno casa:  mi avvicino a loro convinto che quel Bimbo che non ha trovato alloggio mi suggerirà parole e gesti di amicizia e di conforto.

La lista potrebbe continuare, ma mi affretto verso la grotta di Betlemme: la grazia-benevolenza di Dio che si manifesta nel suo Figlio venuto a condividere la nostra vita vi doni pace e fiducia, susciti in tutti il coraggio di guardare avanti e infonda la tenacia nel cercare il bene. Buon Natale!

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