Is 7,10-14
Rm 1,1-7
Mt 1,18-24

Con questa celebrazione iniziano il loro servizio pastorale nelle parrocchie di Gragnano – Gragnanino e Campremoldo Sotto don François e don Alessandro. Non è la prima volta che due sacerdoti vengono associati nella cura pastorale. Mi sembra sia la prima che ciò avviene con due sacerdoti che provengono evidentemente da due storie diverse. In realtà ogni vicenda è diversa da quella dell’altro. E dovremmo trasformare sempre più la diversità in risorsa. Una bella frase che deve trovare la strada per realizzarsi. Cosa che non è immediata e agevole. Questa Comunità Pastorale (e non solo i due sacerdoti) è chiamata a maturare questo reciproco riconoscimento: è un intreccio di differenze, quello delle persone – delle comunità parrocchiali… La Comunità Pastorale è l’orizzonte verso cui convergere, che riassume il valore di superare le particolarità.
Con voi vorrei ripercorrere ciò che S. Paolo ci consegna nei primi versetti della sua lettera ai Romani, che la liturgia della parola ci ha appena consegnato.
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio
Questi due sacerdoti trovano in queste parole la loro identità e il senso della loro presenza tra voi. E voi qui siete invitati a riconoscere la ragione profonda del loro ministero.
-“servo di Cristo Gesù”. C’è una relazione fondante le loro persone, che non va né dimenticata, né trascurata: è quella con Cristo Gesù. Si può cadere nel pericolo di perdere per strada il riferimento a Gesù. Se loro compito è di far crescere questa relazione nella comunità, perché sia veramente cristiana, anche a voi, come comunità, è affidata la cura della loro fede in Gesù. Si tratta di un cammino da fare insieme. A questo riguardo bisogna porre attenzione alle richieste che si fanno ai nostri sacerdoti.
-“apostolo per chiamata” Subito dopo Paolo ricorda che l’apostolo ha la preoccupazione di “suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti”. C’è una chiamata/una vocazione all’origine del servizio di un sacerdote. Non è una professione quella del prete, egli è a servizio di tutti. Nessuno sacerdote, nessuna comunità può pensarsi chiusa in un angolino al calduccio: il senso della nostra chiamata è l’interesse per tutti. Senza distinzione. Così come non può esserci nessuna esclusione nella vita di una comunità.
-“scelto per annunciare il vangelo di Dio”. La scelta di Dio, a cui appartiene anche l’invio per la cura di queste comunità, ha come unica ragione “il vangelo di Dio”. A questo compito non possono in nessun modo venir meno i vostri sacerdoti.
Qui ci viene incontro Giuseppe, raggiunto da quell’invito dell’angelo a “non temere”.  Non temere di prendere con te Maria e Gesù che porta in sé.
Le parole dell’angelo oggi risuonano per voi, don Francois e don Alessandro. Non abbiate paura di prendere con voi l’altro, e Gesù che è in lui: siete affidati l’uno all’altro. Non abbiate timore, non fate prevalere nessun timore nel prendere con voi queste comunità che vi sono affidate, perché Gesù è in loro. E a voi, parrocchiani, non abbiate timore di prendere con voi questi nuovi pastori che il Signore vi manda. Anche loro sono il segno da cogliere e da riconoscere della fedeltà alle sue promesse dell’Emmanuele, del Dio-con-noi.

Buon cammino.