Is 66,10-14c

1Gv 4,7-16

Mt 11,25-30

  

Pensando che Susanna ha trovato casa nella Carità, presso la Casa della Carità, credo che questa celebrazione non possa che essere mossa proprio dall amore della Carità di Cristo, perché lì lei ha trovato dimora, dove anche noi cerchiamo dimora. 

Le letture che sono state scelte che sono della festa di Santa Teresina un altra piccola. Ecco ci vogliono accompagnare aiutare Proprio a celebrare questo nostro congedo questo nostro addio. Cioè questo nostro ritrovarci invio non solo un domani già da ora. Perché Dio Che possiamo ritrovarci continuamente. 

 Ti rendo lode padre Signore del cielo.  

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. E, potremmo aggiungere, le hai rivelate nei piccoli. Queste parole di Gesù hanno qualcosa di paradossale: il Signore del cielo e della terra sceglie i piccoli: la grandezza/l’immensità nel piccolo. Sembra impossibile. Ma è proprio così.

E le “cose” di cui parla Gesù sono i segreti del Regno. Il mistero della vita. La strada della piccolezza è tutt’altro che una strada secondaria. È strada maestra, che porta al cuore del mistero, della profondità di Dio e, quindi, dell’uomo.

Susanna è una dei piccoli del Vangelo: la sua grandezza sta nella sua piccolezza.

Qual è la “cosa” che ci è rivelata in lei? Sono convinto che si tratti della vittoria pasquale. In un corpo crocifisso, inchiodato dalla sindrome di cui era affetta, Susanna ha portato i segni della risurrezione. Lo sappiamo bene: il suo corpo era segnato dal limite e dalla precarietà, da una dipendenza totale e 24 ore su 24. Era un corpo consegnato nelle mani di qualcuno altro (meglio dire di qualcun’altra).

Eppure i segni di morte che alla vista sembravano possedere quel corpo, in realtà in ogni istante erano sconfitti dall’amore. L’amore che suscitava, che invocava con discrezione e con un sorriso (“come non si poteva voler bene a Susy” diceva ieri sr. Teresa). E la morte impressa nel suo corpo era smentita dalla pace che si respirava in lei e con lei. Susy disarmava, abbatteva qualsiasi difesa e paura. Riusciva a soffocare in noi ogni altro sentimento. E ciò che spesso accade tra noi, di alzare muri e barricate di difesa, con lei spariva. Davanti a lei non si avvertiva alcun pericolo da cui proteggersi.

La Pasqua di risurrezione in Susanna era annunciata: l’amore ha sconfitto e continua a sconfiggere la morte.

Il primo impatto con Susy non era con la sua infermità, ma con la potenza di bene e di serenità che promanava da quel corpo fragile, indifeso.

La sua presenza tra noi è stato un segno pasquale e per questo un segno di speranza.

Susanna ha generato amore, tenerezza, cura e protezione. E per questo motivo lei conferma quello che ci ha ricordato s. Giovanni: “chi ama è generato da Dio e conosce Dio”. Attraverso di lei Dio ci ha raggiunto e ci ha detto la Sua presenza. Lo dico senza retorica: Susanna è stata un tabernacolo di Dio, della Sua presenza, del Suo Amore. Presenza fedele, disponibile ad un incontro. Presenza reale del Signore che attraverso di lei si comunicava, in modo efficace, riuscendo a convertire il nostro cuore all’Amore, piegando la nostra superbia.

Fratelli e sorelle come Susanna ci rivelano l’Amore gratuito di Dio: ci dicono in maniera evidente ciò che è vero per tutti. Siamo amati al di là di ciò che possiamo fare e realizzare, al di là di ciò che possiamo valere agli occhi nostri e degli altri. E per questo il Suo amore rimane fedele, perché non dipende da noi.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Sono parole di Gesù, ma molti di voi/noi potrebbero aver sentito questo invito dallo sguardo e dal sorriso di Susanna. Ecco cosa vuol dire che siamo di fronte al sacramento di Gesù: egli parla e agisce per mezzo di questi piccoli. Quanti di noi hanno cercato e trovato riposo in quello stare con lei, senza la necessità di parole. Semplicemente in uno stare gratuito e liberante.

Sfavillate di gioia con essa, voi che avete partecipato al suo lutto”. Stiamo vivendo un lutto, una separazione, stiamo sperimentando il vuoto per la mancanza della sua presenza. Mancanza di un dono prezioso. Ma il Signore ci promette (lo fa con la profezia di Isaia) una gioia, una consolazione, perché egli continua a portarci in braccio e sulle ginocchia di fratelli e sorelle come Susanna. Con lei e grazie a loro, ci è offerta la grazia, che si trasforma in gioia, di ritrovare la nostra umanità. Quella vera.