Giovedì 5 gennaio sono in programma in piazza San Pietro a Roma i funerali del papa emerito Benedetto XVI presieduti da papa Francesco. A nome della diocesi di Piacenza-Bobbio, vi prenderanno parte il vescovo mons. Adriano Cevolotto e il vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio.
In Cattedrale a Piacenza nel tardo pomeriggio del 2 gennaio è stata celebrata una messa di suffragio per il Pontefice emerito; a presiederla, mons. Cevolotto; accanto a lui, fra gli altri sacerdoti, mons. Ambrosio e il vicario generale don Giuseppe Basini.
L’esistenza di ciascuno – sintetizziamo le parole di mons. Cevolotto all’omelia – è una testimonianza, così è stata anche quella di Benedetto XVI. Pensando a lui in questi giorni, mi è venuto in mente quanto diceva Gesù, nei momenti intensi della Passione, all’apostolo Pietro: “Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”.
Il successore di Pietro ha il compito di guidare il popolo di Dio e di custodirne e incoraggiarne la fede. È per questo che Benedetto XVI ha dedicato il suo impegno di teologo e il suo ministero di Pastore a consegnare all’umanità il dono della fede.
Come afferma nella sua prima enciclica, “Deus caritas est”, “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. È questo – ha sottolineato il Vescovo – l’architrave di tutto il suo pensiero: seguire Cristo non è innanzitutto un percorso morale, ma in primo luogo un incontro personale con Dio.
A questo orientamento si lega il lavoro di Joseph Ratzinger come cardinale alla guida della Congregazione della Dottrina della fede nel preparare nei primi anni Novanta del secolo scorso il Catechismo della Chiesa cattolica, e poi, da Papa, le encicliche sulle virtù teologali e i libri in cui ha approfondito la figura di Gesù.
Come Pontefice – ha aggiunto il Vescovo – ha dovuto fare i conti con situazioni di crisi, a partire dal soggettivismo diffuso nel vivere la fede, alle nuove prospettive, non sempre facili, del dialogo ecumenico e interreligioso, allo sforzo di ricostruire l’unità con chi, nei decenni precedenti, aveva compiuto uno scisma all’interno della Chiesa cattolica al problema degli abusi nella comunità cristiana. Alcune sue decisioni non hanno portato ai risultati sperati, ma sono frutto di un grande atteggiamento di carità verso tutti e mosse dalla sua profonda passione per la Chiesa.
Benedetto XVI – ha concluso il Vescovo – rischia di essere ricordato solo per la sua rinuncia al ministero petrino resa pubblica l’11 febbraio 2013. Il suo operato è molto vasto e da riscoprire, ma anche quella sua decisione esprime la sua grande libertà davanti al potere e il suo no deciso ad ogni ambizione umana. Ci vuole coraggio a esercitare, come Benedetto XVI ha fatto, l’umiltà di considerarsi solo uno strumento nelle mani di Dio. Il centro di tutta la sua esistenza è stato fino alla fine Gesù di Nazareth