Il corso per la formazione sull’accompagnamento di persone con disabilità, promosso dalla Pastorale giovanile-vocazionale e dall’Ufficio Catechistico Diocesano, sostenuto da tutta l’area per l’Evangelizzazione e i Sacramenti della Diocesi, parte proprio dalla consapevolezza che la comunità cristiana non può non avvertire l’urgenza di offrire la proposta di fede, nella sua pienezza, anche a tutte le persone con disabilità. Gesù stesso, camminando per le vie della Palestina, si affiancava alle persone più fragili non semplicemente per guarirle, ma annunciando loro la prossimità del Regno.

Il corso mira innanzitutto a formare figure che nella pastorale catechistica e giovanile sappiano promuovere e sostenere l’inclusione di persone con particolari disabilità e che possano aiutare il gruppo di bambini/ragazzi e la comunità intera in questo processo. Inoltre la conoscenza delle diverse forme dello spettro autistico consentiranno ai catechisti/educatori di assumere quelle modalità di comunicazione e coinvolgimento che favoriscano una partecipazione piena dei ragazzi al momento di gruppo e catechesi.

Per questo il percorso formativo si avvale della preziosa collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’ASL di Piacenza e della competenza e professionalità delle dott.sse Roberta Baroni e Barbara Lucchini, che aiuteranno a compiere quei piccoli passi per un approccio consapevole alla questione.

In tempo di cammino sinodale questa proposta è anche risposta ad un appello ascoltato: delle famiglie dei ragazzi con disabilità, che riconoscono la Parrocchia come luogo positivo per i propri figli, ma che percepiscono la fatica degli operatori nel loro accompagnamento, dei catechisti ed educatori stessi, che si trovano spesso a dover gestirne la presenza nei gruppi, senza le dovute conoscenze e attenzioni

Non ultimo, il corso vuole riportare l’attenzione sulle persone con disabilità, non semplicemente come destinatari dell’annuncio, ma soggetti che a loro volta annunciano il Vangelo: la loro testimonianza svela che la fragilità, condizione intrinseca di ogni uomo, non ne limita la dignità, né la capacità di vivere il dolore e la gioia o di avere una vita priva o ricca di senso. La loro inclusione diventa così un arricchimento per le comunità stesse.

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