Carpaneto

I Avvento

Ger 33,14-16

1Ts 3,12.-4,2

Lc 21,25-28.34-36

Il tempo liturgico non è altro che il tempo, i tempi di ogni essere umano abitati dal Signore. In forza e a partire dal fatto che Dio  è entrato nel tempo degli uomini per rimanerci. Oggi iniziamo il tempo dell’Avvento: insieme è la venuta (di Dio) e l’attesa (dell’uomo). E Dio continua a venire in vari modi tra noi, a visitarci creando, suscitando delle attese importanti. Creando sorprese e animando la speranza.

Per questa Comunità pastorale, più che parrocchiale, l’inizio del ministero pastorale di d. Roberto Isola raccoglie insieme le caratteristiche dell’Avvento: possiamo dire che la venuta del Signore si manifesta anche nella persona del nuovo parroco, una sorpresa, una scoperta da vivere nella conoscenza. Insieme è anche un avvenimento che suscita attesa: ognuno coltiva aspettative su colui che giunge tra voi. Ma la cosa è reciproca: anche a d. Roberto viene incontro una comunità, con la sua storia e con il cammino percorso fino a qui con i sacerdoti che l’hanno servita e guidata. Anche d. Roberto viene con attese, consapevole che il peso del compito a lui affidato non può essere sostenuto da solo. Immagino anche con curiosità nel voler scoprire ciò che si nasconde in questa comunità. L’inizio di questo cammino lo dobbiamo comprendere dentro a questa dinamica di fede: il Signore si manifesta con la sua grazia all’interno di questa relazione che sta prendendo avvio.

In questo incontro raccogliamo ciò che il Signore vi raccomanda attraverso la sua Parola:

Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’Amore fra voi e verso tutti” (così ha indicato l’Apostolo). E’ un tema caro a d. Roberto per il suo legame con la spiritualità focolarina: l’amore, l’unità fra voi, tra pastore e suo gregge, tra il sacerdote e coloro che gli sono affidati, non può non essere prioritario. Prima e dentro alle tante cose che si possono fare e programmare ci sia un crescere nell’accoglienza di come si è. E allo stesso tempo sovrabbondi – sottolinea Paolo – l’amore verso tutti. In una stagione nella quale si accentuano livelli differenti di appartenenza alla comunità cristiana, deve prevalere una disponibilità ad un amore che oltrepassa il grado di appartenenza.

La strada ce la ricorda Gesù ed è quella del vigilare: ”State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano”. Vale per il sacerdote, come per ogni battezzato che opera nella comunità cristiana, il pericolo di appesantire il cuore con gli affanni della vita, oltre che con le dissipazioni e ubriachezze. Sono convinto che gli affanni della vita corrispondono alla perdita della misura delle cose.

Quanto spesso accade che ci sembra di non avere più spazio nel cuore per altro. Ci ritroviamo con un cuore intasato, saturo, nel quale prevale la stanchezza. E allora niente risulta più capace di sorprenderci…

Vegliate pregando: potrebbe suonare come fuori luogo all’inizio di un servizio pastorale raccomandare la vigilanza con la preghiera. E’ più immediato essere preoccupati di fare tante cose, necessarie, urgenti. Ma se questo tempo è da privilegiare come un tempo di scoperta del Signore che viene, è indispensabile che proprio la preghiera non venga meno.

Il Signore accompagni allora il pastore e il gregge affidato in questo cammino che potrà diventare carico di attesa e di promessa di Dio. Per il bene di  questa comunità. E perciò per il bene anche del suo pastore.