Pianello – 23.12.24
Ml 3,1-4.23-24
Lc 1,57-66
Il nostro saluto a don Luigi avviene nel contesto dell’imminenza del Natale, nel quale celebriamo una venuta che allieta il cuore di chi attende, di chi è proteso verso la venuta definitiva del Signore. In questo senso, nel dolore che sempre è provocato dalla morte, siamo invitati a leggere questo momento come il ‘dies natalis’ di don Luigi. E’ la nascita al cielo, come la tradizione cristiana ha sempre testimoniato.
Nella profezia del profeta Malachia il Signore entra nel suo Tempio come il fuoco che purifica: “li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia”. Noi rischiamo di rivestire la venuta del Signore di paura, come qualcosa di terribile. Al contrario, ci viene detto che il suo fuoco ha il potere di raffinare, di rendere puro il cuore dell’uomo. Il fuoco può distruggere o invece eliminare tutto ciò che è scoria, impurità. Quel che sta accadendo a don Luigi è un processo di purificazione attraverso l’Amore che è capace di rendere l’offerta della vita un sacrificio gradito. Abbiamo bisogno tutti di questa opera, in vita e in morte, ma ci consola che Colui che ci ha creati e ci ha chiamati desidera compiere l’opera iniziata. E l’ultimo atto di Amore è proprio questa purificazione.
Nella pagina evangelica il Battista, che ci è narrato nella sua nascita e nell’imposizione del nome, testimonia che l’identità la riceviamo da Dio (il nome è quello che aveva preannunciato l’angelo); è Lui che la custodisce. Qui siamo aiutati ad interpretare l’esistenza battesimale e sacerdotale di d. Luigi.
Siamo ricondotti al suo contesto familiare: anche per d. Luigi sono stati decisivi i legami familiari, che l’hanno introdotto nella vita cristiana e nella prospettiva vocazionale. Pensiamo in particolare allo zio, d. Vittorio Parmiggiani.
Ma il suo ministero pastorale si può associare a ciò che vive il Battista, vale a dire preparare la via, le strade al Signore. Il sacerdote ha questa missione, che è raccolta anche nel nome ‘Giovanni’ (Dio fa grazia, dono di Dio). Don Luigi è vissuto come colui attraverso il quale Dio continua a presentarsi come dono, come elargitore di Grazia.
Oggi d. Luigi giunge all’incontro con il Padre e porta con sé la sua esistenza che si è formata con le persone e le comunità che ha amato e servito. E’ vissuto così, fino alla fine come pastore. Non smette l’abito sacerdotale neppure in questo momento, presentandosi al Padre porta con sé questa storia, gli incontri, il servizio al vangelo. Porta voi, porta il nostro presbiterio. E così tutto viene raccolto e scritto nella storia di salvezza.
Il Signore raccolga la sua esistenza tutta intera e nella sua misericordia ce lo consegni nostro intercessore presso di Lui, con il suo cuore di pastore e di fratello.