Alseno
Dn 12,1-3 Eb 10,11-14.18 Mc 13,24-32
Dobbiamo leggere come provvidenziale la coincidenza della vostra festa patronale con la Giornata mondiale dei poveri. Giornata non per i poveri, ma dei poveri. Papa Francesco ha voluto che in questa domenica fossero loro al centro, fosse la loro domenica. S. Martino viene ricordato (in particolare) per quel gesto che lo spinge a dividere il suo mantello con il povero che incontra per strada: è questo il con-dividere. Martino incontra quel povero infreddolito là dove si trova. E lì interviene. Subito.
Quest’anno il tema della giornata, attorno al quale il Papa sviluppa il suo messaggio, sono le parole di Gesù ai discepoli indignati per lo spreco del profumo costoso sparso dalla donna sul capo di Gesù: “I poveri li avete sempre con voi”. C’è molto in questa frase che ci riguarda.
Ricordiamo che Gesù associa la sua presenza a quella del bisognoso, del povero (“Ogni volta che avete fatto… l’avete fatto a me”). Diciamoci la verità: tra noi è più facile riconoscere la presenza di Gesù nell’Eucaristia, nella Parola di Dio… non ci è sempre spontaneo riconoscere che si è identificato con ogni uomo-donna-bambino o anziano che tendono la mano, invocano, gridano…
Allora i poveri sono sempre con noi perché Gesù ci assicura la sua presenza (“ogni giorno, fino alla fine dei tempi”): il primo povero è Lui! Perciò, ricorda Francesco, essi sono suo sacramento, sacramento della sua persona povera in mezzo a noi.
Se li abbiamo sempre con noi è perché essi sono parte della comunità, non perché li incontriamo come estranei… lì dove sono loro, lì c’è la Chiesa. E dobbiamo dire che Gesù non fa distinzione morale: non specifica che si tratta dei poveri buoni, onesti… E già questo ci chiede una conversione: conversione all’amore incondizionato, gratuito. Quanto è difficile, una volta che siamo stati traditi nella fiducia, scoprire di essere stati ingannati… continuare (settanta volte sette!) a ri-dare fiducia, ad affiancarci loro pazientemente. Questa è la carità vera!
“I poveri li avete sempre con voi” perché il discepolo è invitato da Gesù a far propria la povertà: di mezzi, di legami, di beni e ricchezze… Lasciare per seguire Gesù.
È l’invito, la raccomandazione da parte di Gesù a liberare il cuore da ogni avidità e da ogni forma di possesso.
“I poveri li avete sempre con voi” è anche invito a riconoscerli. Come ricordavo, Martino riconosce e si lascia pro-vocare, interpellare da quel povero. Incontrato in una situazione precisa. Non si lascia vincere dalla indifferenza, dalla facile autogiustificazione (“cosa posso farci?”) o, come capita al sacerdote e al levita della parabola del Samaritano, dagli impegni che li aspettano al tempio.
C’è l’invito pressante a saper riconoscere le nuove forme di povertà, magari quelle che si sono create con la pandemia, quelle mascherate dalla vergogna o nascoste. A tutti ci è dato di incontrarle e a nessuno è permesso di girarsi dall’altra parte.
Papa Francesco, citando un grande Padre della Chiesa (s. Giovanni Crisostomo), ricorda che “l’uomo misericordioso è un porto per chi è nel bisogno: il porto accoglie e libera dal pericolo tutti i naufraghi, siano essi malfattori, buoni, quelli, siano come siano, che si trovano in pericolo, il porto li mette al riparo all’interno della sua insenatura”.
Chiediamo allora come grazia di questa giornata di poter diventare porto che non chiede a nessuno il motivo della sua condizione, ma che scommette, con un supplemento di fiducia, che ciascuno sia in grado di uscire da ciò che gli sta sottraendo dignità. Quella che è di tutti i figli/e di Dio.