La dott.ssa Chiara Griffini è stata nominata dalla Conferenza episcopale italiana presidente del Servizio nazionale Tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
L’incarico era in precedenza affidato al vescovo di Ravenna Cervia mons. Lorenzo Ghizzoni; ora, dopo il cambio di Statuto che prevedeva il ruolo di presidente riservato a un Vescovo, è stato possibile affidarlo anche a un laico.
Il percorso della dott.ssa Griffini
47 anni, originaria di Brembio in provincia di Lodi, psicologa forense, Chiara Griffini si è laureata all’Università Cattolica di Milano. È attualmente ausiliario presso la Procura del Tribunale per i minorenni di Milano e presso la Procura del Tribunale ordinario di Milano e di Lodi ed ha un’ampia esperienza come formatrice di percorsi di coppia in ambito clinico. Perito al Tribunale ecclesiastico regionale emiliano, ha conseguito la licenza in psicologia della vita consacrata e del ministero ordinato alla Pontificia Università Regina Apostolorum di Roma.
Nel dicembre 2023 è stata inserita da papa Francesco tra i consultori del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
La soddisfazione di mons. Cevolotto
Nella diocesi di Piacenza-Bobbio dal luglio 2019 è referente del Servizio Tutela minori, istituito dopo l’approvazione delle Linee Guida del settore da parte della Cei.
Soddisfazione è stata espressa dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, impegnato a Roma per l’assemblea generale dei Vescovi italiani nel corso della quale è stato dato l’annuncio della nomina. “Riconosco – ha commentato mons. Cevolotto – la professionalità della dott.ssa Griffini. In questi anni in diocesi abbiamo beneficiato della sua competenza”.
Tutelare è educare
“Tutelare i minori e le persone vulnerabili non è solo prevenire e contrastare qualcosa di dannoso, che è già importante come protezione del bene in atto – aveva scritto nel settembre 2023 la dott.ssa Griffini nella pubblicazione edita dal settimanale Il Nuovo Giornale «Lo custodì come pupilla del suo occhio»”. “Proprio per la sua etimologia, il verbo tutelare – sono sempre le sue parole – comporta il salvaguardare e promuovere qualcuno e qualcosa, quindi è intimamente connesso con educare e generare. Parlare allora di tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa è promuovere il bene relazionale proprio dell’educare alla vita buona del Vangelo.
“Tutelare un minore – aggiungeva – è tutelare l’adulto nel legame generativo che è chiamato ad instaurare verso chi gli è affidato, perché gesti e parole non siano ambigui e nemmeno frenati o trattenuti. È imparare l’arte di esprimersi nella cura responsabile, che caratterizza ogni relazione educativa in quanto tale, ovvero far sviluppare potenzialità e talenti, proteggere la vulnerabilità per una crescita armoniosa sia del minore che dell’adulto nella sua responsabilità relazionale, sotto uno sguardo buono e nel piacere di stare vicini gli uni agli altri con cura e rispetto”.