Come Uffici e Servizi Pastorali della Diocesi di Piacenza-Bobbio, viviamo la fatica di questo tempo e, con i nostri poveri mezzi, cerchiamo di tracciare un percorso pastorale per la nostra diocesi e le nostre parrocchie, lasciando che gli eventi non ci sovrastino, ma possano aprire dentro ciascuno di noi spazi di riflessione e di testimonianza. Sono di questi giorni notizie di morte che ci hanno colpito da vicino, don Giorgio Bosini, già direttore della Caritas diocesana e fondatore del Ceis, don Paolo Camminati, già Referente per la Pastorale Giovanile e attualmente Assistente dell’Azione Cattolica e Cesare Sichel, già segretario dell’Ufficio Catechistico. Volti, voci, persone che prima di noi e con noi hanno servito gli Uffici pastorali e la Diocesi.
Avremmo mille motivi di ricordo di queste luminose figure di cristiani e di sacerdoti, ma permettete di sottolineare una caratteristica, uno stile, un modo di essere Chiesa che accomunava Cesare, don Giorgio e don Paolo: l’amore per la propria Chiesa diocesana.
Nel tempo, il loro agire per la Chiesa è sempre stato segnato da una forte spiritualità diocesana, avulsa da ogni sorta di particolarismo. Si tratta di una scelta maturata negli anni: il vivere da laici, da presbiteri per la Chiesa e per la globalità della sua missione, il considerare il servizio alla Chiesa particolare e alla sua missione come l’orientamento dell’impegno pastorale e di evangelizzazione.
Con questo stile, don Giorgio, don Paolo e Cesare ci hanno testimoniato un orizzonte nuovo di relazioni con il territorio, uno scambio vissuto di fede e di cultura, in cui diocesanità richiama laicità perché, nell’incontro tra popolo credente concreto e città, si aprono spazi inediti per l’annuncio del Vangelo e, allo stesso tempo, possibili itinerari per l’impegno sociale e politico.
Tra le tante cose belle e significative che ci lasciano in eredità questi nostri fratelli c’è, per noi, prima di tutto, un percorso di riappropriazione delle proprie radici (di fede e di cultura), che muove dal basso, dalla realtà in cui il Signore ci ha donato di vivere. Riappropriazione di radici per una responsabilità. E la responsabilità chiama in campo il futuro. Siamo chiamati a rifare nostra, come Uffici e Servizi Pastorali, la vicenda di fede e di storia della nostra diocesi, per rimanere dentro il cammino di popolo che il Signore continua a scrivere per noi e con noi. Diocesanità è vita di laici e di presbiteri che amano il proprio tempo e i propri luoghi e, contemporaneamente, il tempo e i luoghi di tutti.
Grazie don Giorgio, don Paolo e Cesare per tutto quello che in modi e tempi diversi avete donato alla nostra Chiesa diocesana.
Il nostro ricordo si allarga poi, senza conoscere confini, a quanti, presbiteri, religiosi, religiose e laici in questi giorni ci hanno lasciati: che il seme della testimonianza di vita che ci hanno offerto possa continuare a portare frutto nella Chiesa e nel mondo. Anche per loro assicuriamo la preghiera di suffragio.
don Luigi Chiesa con don Paolo Cignatta unitamente ai direttori, dipendenti e volontari degli Uffici e Servizi Pastorali della Diocesi.