Nostra Signora di Lourdes Eb 5,1-10 Mc 2,18-22
San Sebastiano, di cui le notizie storiche della sua vita sono poche, a fronte di una diffusa devozione che si è sviluppata nel corso dei secoli, nel 1957 venne indicato da Pio XII patrono dei Vigili Urbani italiani per la fedeltà con cui continuò a servire l’imperatore (Diocleziano) pur non considerandolo una divinità.
Allora dobbiamo ricondurre a questa qualità (la fedeltà nel servizio) la motivazione del patronato che oggi celebriamo. Un servizio alla vita civile, alla città e al territorio richiede una fedeltà che rimane nel mutare delle condizioni delle persone a cui è affidato il compito di amministrare. Alla fin fine possiamo riassumere questa fedeltà al servizio come la fedeltà alle persone, alla comunità che ha il diritto di vedere garantite le condizioni per una buona convivenza. Concedetemi una nota personale: vivo questa giornata con un filo conduttore che l’attraversa. Stamattina celebro con gli uomini e le donne della Polizia locale il loro patrono, nel pomeriggio sarò presente alla seduta del Consiglio comunale. Due momenti tra loro uniti: una comunità è custodita e garantita nella sua vita civile dalla responsabilità politico-amministrativa e da quella tecnico-professionale di chi opera nell’organizzazione comunale. Non me ne vogliano i Vigili Urbani (è un’espressione che preferisco perché ha in sé il compito di vigilare), ma con loro oggi vorrei raccogliere tutti coloro che operano nei vari uffici a servizio del bene di questa città e del territorio. Anche per formulare un doveroso ringraziamento per la loro opera. Ognuno per la propria parte offre un contributo indispensabile al cittadino e alle varie attività che hanno bisogno della consulenza e dell’approvazione dell’amministrazione pubblica.
Gesù nel vangelo ci ha parlato di vino e di otri (ancora ritorna il vino come nella pagina delle nozze di Cana ascoltata ieri nella liturgia domenicale). Il vino rappresenta la vita nuova, come pure le condizioni perché non manchi nella vita la gioia, la convivialità, la fraternità. Il vino chiede di essere sempre contenuto, altrimenti si disperde, non è più usufruibile, contenuto dalle regole, dalle strutture, ma anche dalle persone. Comprendiamo quanto siano necessari i contenitori del bene comune. Oggi il Vangelo ci parla di una novità di chi è chiamato al compito di salvare il vino della festa, il valore della convivenza che non può mancare. Con il passare del tempo l’abitudine e la stanchezza (a volte anche i problemi di ordine organizzativo) possono far perdere la freschezza e l’entusiasmo. Possono farci invecchiare, trascinando il lavoro e le incombenze quotidiane. Quando riconosciamo questa demotivazione, a tutti (responsabili e diretti operatori) è chiesto di cercare di rinnovarsi, di rimotivarsi. Non ci possiamo permettere di perdurare in questa situazione.
E’ pericoloso per tutti qualsiasi forma di impoverimento delle ragioni del proprio servizio: la fedeltà è materiale ed insieme ideale. Essa ha la forza di rigenerare un servizio, di far crescere la passione, se si ritrova continuamente il centro, la ragione del proprio impegno: la persona e la comunità. Che hanno bisogno di voi e della vostra passione. Che S. Sebastiano interceda perché tutti e ciascuno possiate rinnovare la consapevolezza che ogni giorno vi è affidata per la vostra parte la convivenza e la sua riuscita.