“Lavori in corso”: capita di trovare questo avviso sulle strade. A volte con l’aggiunta: “ci scusiamo per il disagio”. Ma ciò che capita sulle strade, avviene anche sulla strada della vita personale e collettiva. I “lavori in corso” fanno parte della nostra storia, anche se, a volte, lo si dimentica. Fanno pure parte della storia di ogni cristiano e della Chiesa di ogni tempo. La Chiesa, infatti, è sempre in cammino, in pellegrinaggio. C’è una frase – un asserto classico della tradizione patristica – che ha sempre diritto di cittadinanza nella comunità ecclesiale: Ecclesia semper reformanda, la Chiesa è sempre bisognosa di riforma. I membri della Chiesa, infatti, sono uomini e donne che hanno bisogno di continua conversione e le strutture della vita ecclesiale hanno sempre bisogno di essere riviste e riformate. Insomma, l’avviso “lavori in corso” non è eccezionale, ma è sempre all’ordine del giorno.
Il cambiamento, o meglio, per ricorrere al linguaggio evangelico, la “conversione”, caratterizza la comunità cristiana, che è chiamata, in questo nostro tempo, a ritrovare la gioia del Vangelo e a venire incontro a ogni uomo come segno di speranza, di carità, di pace, di salvezza.
Papa Francesco, in questo “cambiamento d’epoca”, evidenzia la necessità della “conversione missionaria, che non può lasciare le cose come stanno”. È l’affermazione che pervade tutta l’esortazione apostolica post-sinodale Evangelii guadium.
Francesco accoglie e approfondisce l’ispirazione di fondo di un’altra esortazione post-sinodale, quella di Papa Paolo VI, intitolata Evangelii nuntiandi (1975). In diversi incontri, Francesco ha affermato di ispirarsi molto a questo documento di Paolo VI. Ha pure aggiunto che egli si richiama volentieri al documento di Aparecida, Discepoli e missionari di Gesù Cristo affinché in lui abbiamo vita. Si tratta del testo finale della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, è stato il coordinatore della redazione conclusiva di questa riflessione ricca di indicazioni pastorali per l’annuncio del Vangelo da parte delle comunità cristiane nel mondo contemporaneo.
Forse dobbiamo anche noi mettere il cartello: “Lavori in corso”? Non è il caso e certamente non vogliamo scrivere “scusate per il disagio”. Anzi. Desideriamo che “i lavori in corso” nella nostra comunità ecclesiale esprimano il nostro vivo desiderio di ascoltare il Signore, di scoprire insieme la gioia di essere amati da Dio, di accogliere la sua infinita misericordia, di essere fedeli alla missione che ci è affidata. Non è dunque un disagio, ma è una grazia chiederci come far emergere il volto di una Chiesa vivace e umile, consapevole dei suoi molti limiti e certa dell’amore misericordioso di Dio, innamorata del suo Signore e piena di amore appassionato per gli uomini. La gioia del Vangelo è la strada che Francesco ci indica per ritrovare l’entusiasmo della fede e il coraggio di una conversione missionaria che interpella ogni aspetto della vita personale ed ecclesiale.
La meditazione dell’incontro di Gesù con Marta e maria, riportata nel Vangelo (Luca 10 38-42), sarà l’icona che ci accompagnerà e ci offrirà il “colpo d’occhio”, come diceva il card. Martini, per focalizzare il nostro impegno come servizio alla persona di Gesù più che alle cose che riguardano Gesù. Suggerisco di partire dalla preghiera finale dell’Evangelii gaudium, in cui Papa Francesco si rivolge con fiducia alla Verine Santa: questa preghiera merita di essere non solo recitata, ma anche meditata con attenzione. In essa, ci ricorda Francesco, arriviamo a cogliere le dimensioni, i requisiti, le sfumature, le novità, l’anima della missione della Chiesa. In particolare, tra i molti aspetti di questa bella preghiera rivolta a Maria, Madre della Chiesa, desidero soffermarmi su queste affermazioni: Tu, mossa dallo Spirito, Tu, ricolma della presenza di Cristo
Queste parole riguardano Maria di Nazaret e la straordinaria missione a cui il Signore l’ha chiamata. Ma riguardano anche la Chiesa e illuminano la sua missione, perché dicono chiaramente chi è il soggetto che evangelizza e indicano anche il metodo, cioè il come dell’evangelizzazione.
fonte: Osservatore Romano del 18 settembre 2016