Is 9,1-6
Tt 2,11-14
Lc 2,1-14
Abbiamo attraversato la città illuminata, decorata di luminarie. Siamo entrati in Chiesa e abbiamo trovato luci. L’effetto è suggestivo: la notte illuminata a giorno. Ma lo sappiamo bene che non è giorno. L’effetto è ingannevole. Perché la notte è notte: né luci né rumori, né persone dissolvono ciò che è della notte: il buio, le tenebre. E la notte è diventata sinonimo di una condizione umana nella quale si procede a tentoni e il cuore anela la luce del giorno, che tolga ogni angolo di oscurità. MESSA ‘IN NOCTE’
Il ricorrere ad artifici per scrollarci di dosso la paura della notte è diffuso, consapevoli che è solo un tentativo di rimuovere i nostri vissuti. La spensieratezza, piuttosto che il divertimento, la ricerca di compagnia per non sentirsi soli, l’attività che soddisfi il bisogno di una ragione per il vivere, sono alcune delle modalità con le quali accendiamo luci o luminarie per illuderci che non sia notte. Il buio invoca la luce: è tutto qui il Natale.
A Betlemme niente sveglia il torpore della città. In ogni tempo c’è una città che, ignara di tutto, è chiusa nel proprio mondo, assopita. Chi, probabilmente, aveva risposto a Giuseppe che non c’era posto; chi, stizzito, aveva preteso di non essere disturbato; chi aveva reagito con insofferenza all’ennesimo sconosciuto che bussava alla porta e che per farsi aprire adduceva le scuse più fantasiose: mia moglie sta per partorire… Costoro erano coloro che tranquillamente avevano spento la luce con il “si arrangino… a quest’ora”. Senza dimenticare chi aveva aggiunto un qualche improperio all’imperatore che aveva voluto questo censimento. Le orecchie del cuore erano ben tappate e foderate rispetto a tutto ciò che accadeva. Siamo anche noi spesso abitanti di Betlemme, impermeabili a tutto: sia che capiti accanto a noi, sia che succeda lontano.
Sono raggiunti dall’annuncio dell’angelo solo dei pastori, che dormono con un occhio aperto per far la guardia al gregge. Destinatari anomali, non previsti dal copione della religione ebraica: trattati come impuri perché non erano in grado di osservare tutte le prescrizioni della legge, guardati con sospetto perché (non sempre senza motivo) autori di imboscate agli ignari viandanti. Era prudente restar loro lontani.
In quella notte, dove brillavano solo le stelle e riscaldava quel poco che rimaneva del fuoco acceso al calar della sera, un annuncio che diventa una luce che avvolge: “è nato per voi un salvatore”. L’accento è su quel “per voi”. Per te. Proprio per me? Fa la differenza che sia un fatto che riguarda tutti e qualcosa che è pensato e voluto per me! Proprio per me. E questo da Dio. Da quel poco che si ricordavano dal ‘catechismo’… è Dio che salva. Si scomoda per me e per noi, che non siamo per nulla considerati dal popolo e dai capi. Cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo? Risposta: niente. Anzi, è per voi proprio per il fatto che non avete nessuna presunzione. La grande gioia sta in questo: questo salvatore è la manifestazione della gratuità della salvezza. È questa la luce che illumina la notte. La notte di allora come quella di oggi. Dei pastori come la mia. Una luce che non ti abbaglia, ma ti avvolge e così ti riscalda. Il tuo valore non dipende da te, ma da Qualcuno che ti ama.
La gloria, cioè la grandezza e grandiosità di Dio, avvolge tutta la terra a partire dal cielo e si riflette sulla terra con la pace. Alla gloria di Dio corrisponde la pace per gli uomini, che egli ama. La pace allora fa un tutt’uno con la grandezza di Dio: è dono che giunge da Lui.
Non possiamo dimenticare che il nome della pace stanotte è luce e calore per la popolazione ucraina. Pace stasera, in questa notte, è diritti per tutti e per tutte in Iran, in Afganistan, ad Hong Kong, nel Tigrai e in Eritrea…in Russia e in mille angoli della terra dove notte è sinonimo di ingiustizia, violenza, morte. E dove il nome di Dio e la sua gloria sono bestemmiati in ogni essere umano colpito, ferito, violato nella sua dignità di figlio di Dio, da Lui amato.
È buono il Natale quando lo è per tutti. Quando a chi si pensa dimenticato e trascurato risuona l’annuncio che avvolge di luce: “per voi è nato un salvatore”. C’è salvezza, c’è futuro, c’è amore nella tua notte. Chiunque tu sia. È gratis!
Buon Natale!