Esprimiamo la nostra gioia per l’elezione del Cardinale Giorgio Mario Bergoglio a Successore di Pietro.
Nella sorpresa e nell’emozione di questo momento, ci rendiamo conto della bellezza del mistero della Chiesa, una realtà viva, cattolica, cioè universale, animata dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo. Siamo invitati ancora una volta a guardare oltre, a non fermarci alle cose di superficie, a riconoscere che la Chiesa, popolo di Dio in cammino nella storia non è un’istituzione costruita a tavolino. Vediamo nella Chiesa la sua realtà visibile, storica, fatta da uomini che camminano su questa terra, in mezzo alla polvere, ma, con gli occhi della fede, possiamo scorgere in essa la sua realtà spirituale che ci apre a Dio, ci conduce alla vita divina, ci assicura la comunione con Gesù Cristo e con i tutti i fratelli. Pieni di fiducia nell’azione di Dio, rinnoviamo la fiducia nella Chiesa e nella vita della Chiesa, che è il corpo del Cristo risorto: è in questo corpo che lo Spirito agisce per donare il Vangelo, la buona e bella notizia, a tutti gli uomini.
Nella gioia e nella luce di questo mistero della Chiesa, accogliamo il nuovo Papa con il cuore pieno di gratitudine a Dio e ai fratelli Cardinali che hanno eletto il cardinale Bergoglio come Vescovo di Roma: siamo in comunione con il successore di Pietro, siamo uniti al Vescovo di Roma, sede di Pietro.
Il nuovo Papa è figlio di emigranti italiani e porta con sé una storia che ci tocca profondamente. Ho subito pensato al nostro Vescovo Scalabrini e al suo impegno per gli emigrati piacentini e italiani nel ‘nuovo mondo’, il continente delle Americhe. Ed è stato spontaneo pensare alla sua gioia nel vedere che è diventato Papa un figlio di emigrati italiani: lo è anche per tutti noi, che abbiamo nel beato Scalabrini un grande padre nella fede e un maestro dal cuore generoso e dall’orizzonte aperto.
A Sua Santità Francesco diciamo con le ultime parole di Benedetto XVI: ti promettiamo da subito «incondizionata reverenza ed obbedienza». E ti assicuriamo la preghiera a quel santo straordinario di cui porti il nome, Francesco, il poverello di Assisi, patrono della nostra Italia, il frate innamorato di Dio, di tutti i fratelli, del creato.
+ Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio