Rivolgo un caro saluto a tutti i giovani che, non potendo partire per il Brasile, parteciperanno comunque alla GMG, vivendola qui a Piacenza, come “GMG a Piacenza”. Cari giovani, sentiamoci uniti con gli amici piacentini che si recano a Rio, con il Vescovo che li accompagna, con il nostro Papa Francesco. Per me – e spero per ciascuno di voi, anche per voi che vivete qui l’esperienza della GMG – è una grazia grande avere l’occasione di sentirmi coinvolto ancora una volta in questa avventura volta dal grande Giovanni Paolo II. Perché l’esperienza della GMG mi aiuta a fare memoria – con più freschezza e con più consapevolezza – dei doni ricevuti da Dio. Perché mi fa sentire ancor più inserito nel popolo dei credenti, di uomini e donne che ci hanno trasmesso la verità e la grazia della fede in Gesù Cristo e ci invitano a donare ai fratelli questa grazia che abbiamo ricevuto. Perché mi stimola ad essere missionario, anche ricordando i molti missionari della nostra Chiesa di Piacenza che si sono recati in Brasile per trasmettere la fede con coraggio, affrontando anche prove e incomprensioni. Sono sicuro che tutti voi condividete con me questi sentimenti, anzi vivete la grazia di questa avventura insieme al vostro Vescovo, insieme ai moltissimi giovani, insieme a Papa Francesco.
Spero anche che tutti insieme possiamo rileggere la nostra storia personale alla luce della fede. Proprio la “luce della fede”, ci ricorda l’enciclica di Papa Francesco, è “capace di illuminare tutta l’esistenza”, è “in grado di valorizzare la ricchezza delle relazioni umane, la loro capacità di mantenersi, di essere affidabili, di arricchire la vita comune”. Spero che possiamo anche prendere coscienza della magnifica eredità che le generazioni che ci hanno preceduto ci hanno lasciato, a cominciare dai nostri genitori e dai nostri sacerdoti. Molti credenti nel Signore Gesù ci hanno trasmesso la fede e ci hanno offerto esempi belli, luminosi di vita buona, con ideali alti, con spirito di sacrificio, con molta preghiera, con dedizione ai fratelli bisognosi. Noi tutti siamo chiamati a fare altrettanto, ad essere missionari nel quotidiano. Ma questo esige che diventiamo più consapevoli della grazia che abbiamo ricevuto, del grande patrimonio di fede, di impegno sociale, di grande umanità che ci è stato donato. Abbiamo la possibilità, grazie alla GMG, di riconoscerci credenti nel Signore e appartenenti alla sua Chiesa, popolo del Signore. Abbiamo la possibilità di diventare più missionari per aiutarci a vincere le sfide e le difficoltà del nostro tempo.
Cari giovani, viva la GMG a Rio e a Piacenza!