Requisiti

Per essere ordinati diaconi permanenti è richiesta l’età minima di 25 anni per i celibi (che tali rimarranno per tutta la vita), e di 35 anni per gli sposati (con almeno 5 anni di matrimonio alle spalle).
I diaconi rimasti vedovi non possono risposarsi.
Ordinariamente non si accede al diaconato oltre i 60 anni.
Per iniziare il corso si richiede di norma un titolo di scuola media superiore (o una cultura equivalente). L’aspirante diacono frequenterà, per la sua preparazione, un triennio di studi.
La presentazione dell’aspirante al cammino diaconale sarà fatta dalla comunità ecclesiale di appartenenza (parrocchia, associazione, movimento) nella persona del parroco e del presbitero responsabile.

Formazione

La formazione spirituale e culturale comprende:

– un anno propedeutico (di introduzione allo studio e di discernimento della vocazione);
– un triennio successivo di studi teologici presso la Scuola Diocesana di Teologia per laici;
– un programma di ritiri mensili, di incontri quindicinali, ed una settimana di convivenza tra aspiranti e Diaconi
  per favorire l’amicizia e la comunione reciproca.

Anche dopo l’ordinazione il diacono continua ad approfondire la sua formazione spirituale, dottrinale e pastorale, per adempiere sempre meglio il suo mandato di collaboratore con il Vescovo e con i presbiteri ad evangelizzare, santificare e governare il popolo.
Particolare attenzione viene dedicata, in modo continuativo, alle mogli dei diaconi, seguendone ed incoraggiandone la formazione spirituale, quale elemento indispensabile per una collaborazione di entrambi alla “diaconia”.

Premesso che il Diaconato è una vocazione all’ordine sacro, ne deriva la necessità di una VERIFICA su almeno tre punti:

– la stabilità personale nel proprio orientamento vocazionale, negli impegni di preghiera e di vita spirituale;

– il consenso della moglie, per gli sposati, con il coinvolgimento per quanto possibile di tutta la famiglia, nella convinzione che l’Ordine Sacro non impoverisce né sminuisce l’unione della vita coniugale, ma né approfondisce e ne dilata l’amore e la donazione;

– la disponibilità alla collaborazione apostolica con il Vescovo, i Presbiteri ed i Laici e quindi ad un servizio ben inserito in una pastorale d’insieme.

Servizio

A servizio del Vangelo nella dimensione missionaria:

– fanno opera di evangelizzazione capillare nelle famiglie, negli ambienti di lavoro e nei caseggiati in modo da realizzare la Chiesa nella sua dimensione famigliare;
– esercitano lo spirito di servizio evangelico tra i lontani ed i non credenti, in qualunque ambiente sociale;
– animano la catechesi di preparazione ai sacramenti;
– dirige la celebrazione della Parola di Dio;
– tiene l’omelia (con il consenso o in assenza del presbitero).

A servizio della carità

Nei modi ordinari e soprattutto:

– nella pastorale della sanità animando i servizi più trascurati e le situazioni di disagio (tossicodipendenze, aids e altro);
– nella pastorale oratoriana e giovanile «avendo una famiglia e godendo della Grazia della consacrazione ministeriale, possono offrire una garanzia spirituale ed esperienza matura»;
– nella pastorale sociale «continuando nell’ambiente di lavoro e di vita quotidiana quell’impegno sociale di cui si avverte maggiormente necessità di fronte all’aggravarsi di problemi posti dalla crescente emarginazione ed immigrazione»;
– nella dimensione comunionale, «promuovendo e favorendo una più intensa e fraterna comunicazione e comunione di fede, nella più diretta unione con il Vescovo, rendendo concreta la vita comunitaria in parrocchia e nei vari ambienti, favorendo relazioni comunionali all’interno delle strutture di base (parrocchie, zone e altro)».

A servizio della liturgia e della pastorale

– Il diacono è “mandato” dal vescovo a svolgere un servizio pastorale in comunione con il parroco del luogo (can. 519);
– Il diacono fa parte, di diritto, del Consiglio Parrocchiale (C.P.P.) e, se mandato a reggere un “centro eucaristico” privo di sacerdote, è opportuno che faccia parte di diritto anche del Consiglio Parrocchiale per gli affari economici (C.P.A.E.);
– Ha la custodia della Chiesa e del SS. Sacramento (can. 934; 938);
– Partecipa alla celebrazione della Messa secondo il suo ministero e, secondo l’opportunità, tiene l’omelia, d’intesa col celebrante (can. 764; 767; 929);
– Presiede alle varie funzioni liturgiche (can. 835:

celebrazione dei battesimi (can. 861);
benedizione eucaristica (can. 943);
altre benedizioni che gli competono (can. 1169);
benedizione e assistenza ai matrimoni (can. 1108; 1111);
celebrazione di sepolture (can. 1168);
celebrazione di novene e tridui (idem);
celebrazione della Parola di Dio, anche sostitutiva della Messa festiva in caso di necessità (can. 1248) secondo le direttive date dalla congregazione per il culto divino “Christi Ecclesia” in data 2 giugno 1988 (in particolare n. 29);

Cenni storici

Il diaconato nella Scrittura

Le basi scritturistiche dell’istituzione del diaconato da parte dei dodici apostoli si trovano nel libro degli Atti degli Apostoli al capitolo VI.
«…Prescelsero Stefano, uomo ricolmo di fede e di Spirito Santo, e Filippo, Procuro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, proselito di Antiochia; e li presentarono agli Apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani» (6,5-6).
Inizialmente il compito dei primi sette diaconi era di presiedere all’organizzazione delle opere caritative, ma ben presto lo spazio del loro ministero si ampliò notevolmente. Nello stesso capitolo (6,8-15) e in quello successivo (7,1-60), infatti, Luca, autore degli Atti, ci presenta Stefano, primo martire della Chiesa, intento alla predicazione della parola di Dio e nel capitolo VIII (8,5-40) Filippo «che annunziava la Buona Novella del Regno di Dio […] a tutte le città» (8,12.40) e «uomini e donne si facevano battezzare» (8,12) da lui.
Anche nelle lettere di S. Paolo vengono nominati i diaconi diverse volte (1 Tm 3, 8-13; Fil 1,1…).

In conclusione dai documenti neotestamentari possiamo ricavare, come scrive S. Zardoni nel volume I diaconi nella chiesa, Bologna 1983, pagg. 18-19:
«1) esistono i diaconi come struttura della chiesa, assieme e distinti dai vescovi-presbiteri (Fil 1,1);
2) con una missione di carattere messianico, come partecipazione alla missione apostolica (At 6,6);
3) e come tale, con un’investitura data dall’imposizione delle mani e dalla preghiera (At 6,6), che in seguito sarà chiamata sacramentale;
4) la scelta dei candidati, è condizionata da alcune doti morali e di comportamento (1 Tm 3,8-13), ma soprattutto dalla pienezza di Spirito e di sapienza (At 6,3);
5) il ministero diaconale si svolge:

  • nel servizio delle mense (At 6,2-3)
  • ma soprattutto nella fondazione delle nuove chiese con l’evangelizzazione (At 8,12-40) e il  conferimento del battesimo (ib. 12)
  • nella catechesi individuale (ib. 15), seguita dal battesimo (ib. 38).

 

Il diaconato nei padri apostolici
Che i diaconi rivestissero una grande importanza nella chiesa antica è testimoniato dalle frequenti e positive testimonianze che ne danno i padri apostolici:

  • Clemente (discepolo degli apostoli) nella lettera ai Corinzi;
  • Ignazio di Antiochia (II sec.) che nelle sue lettere dà dell’ambito ministeriale del diaconi una dimensione cristologia «sono diaconi di Gesù Cristo» e «sono diaconi dei misteri di Gesù Cristo» (Trall. 2,3) e li accomuna ai vescovi e ai presbiteri.
  • Policarpo di Smirne (discepolo degli apostoli +155) nella lettera ai Filippesi.
  • Giustino (100 ca.  167) nella prima apologia.

Significativo uno scritto dei primi decenni del sec. III che descrive la costituzione della Chiesa:
«Il diacono sia l’orecchio del vescovo, la sua bocca, il suo cuore e la sua anima, perché voi (vescovo e diacono) siete due in una sola volontà e nella vostra unanimità la Chiesa troverà la pace» (XI 44).

I secoli successivi

(decadenza, eclissi e ripresa)
«Intorno al V secolo, quando le esigenze storiche hanno portato a una maggiore istituzionalizzazione della vita ecclesiale e dei servizi di carità, il diaconato ha iniziato la sua decadenza […] Dopo il X secolo circa, nella Chiesa d’Occidente il diaconato restava solo come tappa d’accesso al sacerdozio, mentre nella Chiesa d’Oriente ha continuato come ministero permanente fino a oggi con funzioni, prevalentemente liturgiche. Negli anni che hanno preceduto il Concilio si è avuto un risveglio di attenzione al ministero del diacono, portando alla sua restaurazione nella chiesa cattolica, dove era scomparso, e a una sua rivalutazione dove era rimasto come ministero permanente, cioè nella Chiesa d’Oriente e nelle chiese uscite dalla Riforma. La decisione di ripristinare il diaconato permanente, anche per uomini sposati, è stata presa dal Concilio Ecumenico Vaticano II (L.G. n. 29)».
Il suo ripristino non va attribuito alla carenza di vocazioni presbiterali, ma alla teologia del Concilio Vaticano II che ha permesso il recupero di una dimensione teologica e pastorale della Chiesa, rendendo possibile la rinascita del diaconato.
I vescovi italiani, nel 1970, votavano l’introduzione anche in Italia del Diaconato come grado permanente del ministero ordinato.
L’ultimo pronunciamento ufficiale dei vescovi italiani con il documento Orientamenti e norme del 1993 così si esprime:
«La restaurazione del diaconato permanente in Italia, vuole essere un valido strumento di accompagnamento delle nostre chiese, ma anche di promozione della stessa coscienza diaconale di una chiesa tutta ministeriale» (introduzione).

Il diaconato a Piacenza

Il Diaconato Permanente a Piacenza rinasce verso la fine degli anni 70 per volere del Vescovo Enrico Manfredini.
La prima presenza diaconale si manifesta con il diacono Marco Cerati ordinato nel Congresso Eucaristico del 1975 e trasferitosi dalla Diocesi di Pescara.
Nell’anno 1981 il Vescovo Manfredini dà incarico al Parroco di Pontenure don Gianni Vincini di organizzare “ad experimentum” un corso propedeutico per Aspiranti al diaconato permanente ; erano già presenti diverse domande di Aspiranti provenienti da varie Parrocchie della città e della provincia. Il corso inizia con incontri di spiritualità presso la Parrocchia di Pontenure con la presenza di circa 20 persone.
Nel 1982 ha inizio il corso di Teologia presso il Seminario Vescovile con 11 Candidati., e la prima ordinazione avviene nel 1985 quando 10 di loro ricevono l’Ordine.
Successivamente gli Aspiranti iniziano a seguire la Scuola di Formazione Teologica per laici della Diocesi. Le seconde ordinazioni sono avvenute nel 1989 e le terze nel 1993.
In seguito le ordinazioni si sono svolte non per gruppi ma per singoli Candidati , conferite nel tempo dal Vescovo Antonio Mazza e dall’attuale Vescovo Luciano Monari.
Quattro diaconi , in possesso dei requisiti richiesti , sono stati ordinati Presbiteri.

Documentazione

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