Il futuro dell’Europa al centro, martedì 16 maggio a Casa Santa Marta, dell’udienza del Papa alla presidenza della Commissione degli episcopati della Comunità europea, la Comece. La delegazione era guidata dal cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, e presidente dell’organismo. Il servizio di Giada Aquilino: L’emergenza migranti, la dimensione sociale dell’Europa, le diverse visioni dell’Unione Europea, minacciata da disgregazione ed estremismi. Sono alcuni dei temi che caratterizzeranno il congresso “Ripensare l’Europa”, che si terrà a Roma dal 27 al 29 ottobre prossimi. Ad organizzarlo la Commissione degli episcopati della Comunità europea, la cui presidenza è stata ricevuta dal Papa a Casa Santa Marta: al centro dell’incontro proprio il futuro del Vecchio Continente, tema caro a Francesco, come egli stesso ha sottolineato nell’udienza ai capi di Stato e di governo europei per i sessant’anni dei Trattati di Roma, nel marzo scorso. L’argomento sarà al centro del congresso d’autunno, come spiega mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, vicepresidente della Comece:
“Il Papa desidera questo incontro e che ci sia molto dialogo tra le istituzioni ecclesiali e tutti coloro che hanno a cuore l’Europa, quindi anche alcuni politici, proprio perché la nostra Europa ha bisogno di uno slancio, di uno sguardo sul futuro. Il Papa è davvero interessato a far sì che l’Europa giochi il suo ruolo strategico anche all’interno di questo mondo globalizzato, perché c’è un’economia maggiormente sociale che altrove non c’è e occorre sviluppare: il Papa è molto preoccupato per la disoccupazione giovanile: conosce tutti i dati statistici dei vari Paesi. Ecco, ha bisogno quest’Europa di risorgere, quasi essere rifondata”.
Già nella sua visita alle istituzioni comunitarie a Strasburgo, nel novembre 2014, Francesco richiamò la necessità di restituire dignità al lavoro. Oggi un’altra emergenza tutta europea è quella della crescita dei populismi, messa in evidenza dalle ultime elezioni. La riflessione del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, e presidente della Comece, intervistato da padre Bernd Hagenkord:
“Deswegen wollen wir…
Noi della Comece vogliamo sottolineare la necessità di un’Europa sempre più sociale. Questo lato sociale dell’Unione deve diventare sempre più visibile, anzi dovrebbe costituire una nuova colonna della collaborazione. Lì vedo qualche tensione davanti a noi, tensioni che non saranno deboli. Ma non ci sono alternative alla collaborazione. Questo costerà qualcosa a tutti, non ci potrà essere un vincitore: solidarietà significa portare insieme le debolezze, ma anche i punti di forza. Sarà quindi un decennio pieno di tensioni per il futuro dell’Europa. Adesso, nei prossimi anni, si deciderà se l’Europa si frammenterà in interessi nazionali oppure se farà uno sforzo per una visione comune del futuro”.
L’Europa è “in pericolo di sciogliersi”, ha ricordato Francesco nella conferenza stampa sul volo di ritorno dal viaggio in Egitto. È questa l’attualità europea entrata pure nelle discussioni dei delegati Comece, riunitisi a marzo a Bruxelles per la loro Plenaria. Ce ne parla l’altro vicepresidente dell’organismo, mons. Rimantas Norvila, vescovo di Vilkaviskis, in Lituania:
“Oggi abbiamo non solo diversi punti di vista ma anche alcune divisioni, Est-Ovest, Sud-Nord, tradizioni di vari Paesi, tante domande che toccano famiglia e vita. Tutto ciò arriva insieme. Poi ci sono l’immigrazione e l’emigrazione in Unione Europea, questo è evidente. I valori, allora, devono essere quelli di una costruzione insieme di un futuro d’Europa, dialogando tra le varie nazioni, i politici e la Chiesa, che non vuole rimanere fuori da questo contesto, assieme al dialogo tra le religioni, tra i vari ambienti sociali: tutto questo porta ad un’unione e ad una vita migliore”.