Bettola
Sir 24,1-3.8-2.19-22
Ap 21,1-5
Lc 1,39-45
Come da lunga tradizione, Bettola e il suo territorio si ritrovano a festeggiare la Vergine Maria che qui è apparsa nel 1496 ad una povera pastorella, presso una quercia.
Ed è bello il gesto che si ripete annualmente: di far scendere la statua della Vergine dal suo trono. E’ il movimento di vicinanza: si scende ancor più a portata di mano.
In un certo senso ogni santuario mariano, e questa festa con i suoi segni, rinnova la scena del vangelo che abbiamo ascoltato: Maria in fretta va a salutare Elisabetta. E anche in questo nostro caso in Maria si manifesta colei che predilige il Signore: anche per Bettola la persona scelta è di umili condizioni, economiche, sociali, culturali, rinnovando quanto Maria stessa proclama nel Magnificat: “ha guardato l’umiltà della sua serva…ha innalzato gli umili”. Non è tanto una rivincita sociale, di classe, ma la scelta di chi è aperto all’iniziativa di Dio. Più noi assumiamo potere, più si riduce la disponibilità, l’apertura. E’ facile che prevalga la presunzione, la difesa delle proprie convinzioni, l’apertura ad una novità che ti può scardinare le sicurezze.
Nella Parola di Dio che abbiamo ascoltato ritorna l’immagine della tenda posta in mezzo agli uomini, dove Dio assicura la sua presenza amorevole, certa, potente. Maria in questa prospettiva rimane colei che ha dato vita al Figlio di Dio. E’ stato grembo di Dio. Lo ha dato alla luce. Non era per lei, non lo ha trattenuto (come dovrebbe fare una madre), ma il suo servizio è stato di consegnarlo.
E troviamo nelle parole che allora la Vergine pronunciò nell’apparizione: costruite una chiesa “ad onore e gloria del mio Gesù!” Lo ripete anche oggi: questo luogo è ad onore e gloria del suo Figlio. Del Figlio di Maria, che è il Figlio di Dio.
Se volete onorarmi, ci dice Maria, onorate mio Figlio. Maria è proclamata Madre: un titolo che è relativo al Figlio. La sua grandezza la dà il Figlio. Non è la sua fede, la sua ubbidienza all’angelo che la rende grande, ma la scelta che Dio ha fatto di lei per renderla Madre del Figlio.
Il cielo nuovo e la terra nuova di cui ci ha parlato l’Apocalisse cominciano in noi e tra noi nella misura in cui il criterio di Dio sostituisce la logica della grandezza e della potenza che regola le nostre convivenze e che continua ad attirare le nostre ambizioni, tante nostre energie. Il Signore ci doni per l’intercessione di Maria di aspirare a quella umiltà che nelle mani di Dio diventa pienezza di vita.




