Beata Vergine Maria Regina

Santuario di Montelungo

Is 9,1-6

Lc 1,26-38

Non sono passati due mesi (dal 26 giugno) che don Donato ci ha convocati ancora una volta in questo santuario. Allora per ringraziare il Signore per i suoi 60 anni di ordinazione sacerdotale, oggi per concludere la sua esistenza terrena e per consegnarlo alla misericordia del Padre. In quel giorno nessuno di noi poteva immaginare questo veloce epilogo della sua vita, anche se il suo stato di salute non gli permetteva più quello che avrebbe desiderato: fare il parroco. Don Marco mi aveva confidato che d. Donato era molto preoccupato che gli dicessi di terminare il suo servizio di parroco. È morto da parroco. Così si era identificato: vivere e morire da pastore.

Quando poi ho visto la liturgia di questo giorno, non ho potuto che sorridere: oggi la Chiesa fa memoria di Maria Regina. Dentro ad una memoria mariana accompagniamo d. Donato all’incontro con il Signore. Che sia proprio Maria ad introdurlo all’appuntamento della vita è la coronazione di un ministero che – come è stato ricordato – è stato segnato da questo santuario mariano e quindi da una devozione che l’ha segnato e ha caratterizzato la sua esistenza sacerdotale. Maria è buona testimone di questo suo amore. Quante volte d. Donato ha incontrato la pagina evangelica dell’annunciazione: quante volte questa pagina ha ricordato a lui (come a ciascuno di noi) che Dio associa al suo mistero di salvezza ogni creatura. Ognuno per la sua parte, ma ognuno con qualcosa di singolare. Singolare è sicuramente ciò che è stato chiesto a Maria, ma unica è la storia vocazionale di ciascuno. E tutto nasce da ciò che l’angelo dice a Maria: “perché tu hai trovato grazia presso Dio”. La storia battesimale e poi sacerdotale di d. Donato ha origine da questo sguardo di amore e di predilezione di Dio. La conferma la troviamo nelle parole: “Il Signore è con te”. Ce l’ha testimoniato anche due mesi fa. Si tratta di quella promessa di essere accompagnati da Dio che abbiamo ricevuto il giorno del nostro battesimo, quando siamo stati uniti a Lui, alla sua morte e risurrezione. Nel momento della nostra morte questa certezza è motivo di speranza: Gesù, il crocifisso risorto, scende con noi nella morte per farci uscire dal sepolcro, per riconsegnarci alla vita, alla vita in Dio Padre, in Dio Amore. Con Maria d. Donato ha ripetuto più volte quel: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. È la docilità a lasciarsi condurre, a rinunciare a possedere la propria vita, a donarla a partire dalla Parola di Dio che ci raggiunge. Maria ci introduce proprio dentro la condizione di chi si fa servo, strumento perché la Parola di Dio accada. Nel suo ministero questo è avvenuto ogni volta che d. Donato ha celebrato i sacramenti, ogni volta che ha dato attualità alla Parola proclamata.

Anche grazie a lui si è compiuta la profezia di Isaia ascoltata:” Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”. Siamo testimoni del suo servizio alla Luce, ad illuminare il cammino di tante persone che camminavano nell’ oscurità esistenziale, di fede. Ora questa parola si compie per lui in modo definitivo: la grande Luce risplende nel buio della morte. È la luce della misericordia del Padre, dell’amore fedele che tante volte ha annunciato.

E Maria regina, Regina degli apostoli, gli sia madre di misericordia.

In questo momento desidero esprimere il mio e nostro grazie a coloro che in questo ultimo tempo di vita gli sono stati vicini, offrendo il sostegno che lo ha rassicurato, che gli ha permesso di vivere e di morire in pace. Da parroco.